sabato 17 novembre 2007

La satira si ferma a Fini. il Riformista

Che Gianfranco Fini goda di ottima stampa, soprattutto a sinistra, non è una notizia. Il leader di Alleanza nazionale è pur sempre meglio del diavolo berlusconiano, e come tale merita costantemente un occhio di riguardo. A meno che non superi il limite, come ad esempio sulla recente vicenda rumeni. Stavolta il caso è diverso e attiene a un tema - la libertà d’informazione - di cui si è giustamente molto dibattuto negli ultimi anni in Italia e che la recente scomparsa di Enzo Biagi ha provveduto a riportare d’attualità. La nostra posizione (una condanna senza se e senza ma) su quello che è passato alla storia come l’editto di Sofia è chiara e l’abbiamo ripetuta su queste colonne pochi giorni fa.
Ed è proprio in nome di quella libertà che restiamo scettici, e non poco, di fronte alla sfuriata che Fini avrebbe consegnato al Cavaliere (ne parlavamo ieri in prima pagina) per i due servizi che il tg satirico di Canale 5 Striscia la notizia ha dedicato negli ultimi giorni al leader di An, alla sua compagna, e alla futura nascita della loro bambina. Fermo restando che a noi poco, anzi nulla, interessa della vita privata di Fini, non ci sfugge che l’ex ministro degli Esteri sia un uomo pubblico piuttosto noto e che la sua relazione con l’ex fidanzata di Luciano Gaucci (a sua volta ex presidente del Perugia) è da considerare una notizia. E come tale l’ha considerata Striscia, che peraltro - nella rubrica non a caso intitolata “Spetteguless” - si è limitata a riprenderla dalla prima pagina di un settimanale. Una banale notiziola di venti secondi, seguita - tre giorni dopo - da un vecchio filmato girato nel castello di Gaucci con protagonisti lui e la sua ex. Filmato che tra l’altro nei giorni scorsi era reperibile sul sito di Repubblica.
Francamente non ci troviamo nulla di scandaloso. Quel che invece ci lascia esterrefatti è l’attacco di Fini a Berlusconi, che ha indotto ieri Mediaset a un comunicato ai limiti del ridicolo in cui l’azienda prende nettamente le distanze «dagli eccessi giornalistici e satirici che hanno colpito negli ultimi giorni la vita privata di Fini. La derisione che si trasforma in dileggio - c’è scritto - non è accettabile nei confronti di scelte sentimentali che non hanno alcuna attinenza con la vita pubblica del Paese, e in particolare se ci sono nuove vite in arrivo». Mediaset, inoltre, respinge il sospetto di un disegno politico-editoriale ai danni di An, concludendo: «A volte, semplicemente, la polifonia editoriale che ha sempre contraddistinto il nostro Gruppo rischia di trasformarsi in cacofonia. Sono i rischi della libertà». E qui facciamo un minuto di silenzio. Lo stesso Antonio Ricci, patron di Striscia, è intervenuto con tre righe semplici semplici: «Abbiamo fatto satira come l’abbiamo fatta su Berlusconi, D’Alema e Veltroni. La satira per definizione è satura». Che cosa aggiungere? Solo una domanda: se davvero Fini è convinto che il palinsesto Mediaset sia sottoposto a un controllo politico, come mai se n’è accorto solo per la messa in onda di un innocuo filmato d’archivio?

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