giovedì 1 novembre 2007

Vergognarsi dei propri governanti. Ida Magli

Non possiamo fare altro. Vergognarci. Il degrado di tutte le istituzioni, ivi compresa la Magistratura, il continuo parlare soltanto di se stessi, dei propri interessi, dei propri partiti, da parte dei politici; la loro incapacità, ormai diventato un tratto dominante del loro carattere, della loro personalità, di ricordarsi che il potere gli è stato dato dal popolo italiano, sono giunti ormai al limite finale. Noi italiani, gente comune, non possiamo fidarci di nessun partito, di nessun politico, neanche di quelli che occupano le massime cariche istituzionali e che avrebbero come unico dovere quello di garantire almeno le regole formali. Invece non lo fanno, e non si accorgono neanche di non farlo. Sarebbe sufficiente riflettere al fatto che sono stati cambiati i partiti che reggono il governo attuale senza dimissionare il governo stesso, per comprendere che viviamo nella illegittimità politica. La nascita del Partito Democratico, infatti, non è stato un cambiamento di nome, sommando i due maggiori partiti che erano stati eletti nelle ultime votazioni politiche con a capo Romano Prodi e che gli hanno dato il diritto di formare il Governo. E’ stato costituito un nuovo Partito, eletto con nuove, anomale votazioni, con un nuovo programma e un nuovo leader, tanto che diversi parlamentari si trovano oggi privi del partito nel quale erano stati eletti, mentre Veltroni, attuale Sindaco di Roma, funziona ormai come un secondo capo del governo accanto a Prodi. Tutto questo nel silenzio generale da parte degli organismi preposti al controllo della legittimità democratica.
Assistiamo ogni giorno alla caricatura della democrazia, e ad un tale ottundimento etico da parte dei parlamentari da suscitare un vero e proprio sgomento nei cittadini. Abbiamo perfino un Presidente della Repubblica Italiana il quale disprezza se stesso e la nazione di cui è il Capo. Ripete, infatti, ogni giorno che l’Italia da se stessa non può e non sa fare nulla, e invoca di continuo gli stranieri, le istituzioni europee, affinché ci sostituiscano: l’Italia non sa e non può difendersi dalla immigrazione, non sa e non può controllare i propri confini, non sa e non può lavorare senza gli immigrati; e senza i loro ottimi cervelli “si bloccherebbe”. Ma non basta: abbiamo un Capo dello Stato che arriva perfino ad indottrinare i bambini affinché si ribellino alle autorità, sventolando la bandiera dell’Europa e cantando l’inno tedesco, bandiera e inno che sono stati aboliti proprio perché ogni Popolo appartenente alla comunità europea non ha voluto rinunciare ai propri. Tragico destino dell’Italia: avere montagne di morti inutili, sempre traditi e calpestati dai governanti.
Adesso, però, non ne possiamo più. Tranne quei pochi che sono irretiti dai rituali della politica o perché ancora vi credono, oppure perché sperano di ottenerne qualche vantaggio per la loro attività o per la propria carriera, la maggior parte della gente “normale”, quella che non supera lo stipendio o la pensione mensile dei 1300 euro, quella che tutte le mattine si alza e va al lavoro, quella che ama la propria patria, la propria famiglia, la propria lingua, la propria religione, l’arte, la musica, la bellezza della terra d’Italia, adesso dice: basta.

Mi arrivano sempre più spesso le esortazioni a formare un Partito degli Italiani, o almeno un movimento che abbia come suo primo scopo la salvezza della civiltà italiana, mettendo fine in modo assoluto e definitivo all’immigrazione e all’opera di distruzione della identità italiana che è ormai con tutta evidenza l’unico scopo dei nostri politici.Sebbene mi sia soffermata più volte sui motivi che rendono difficile l’attuazione di questo progetto, cercherò di esporre nel modo più conciso e più chiaro la situazione.Per limitare immediatamente e nel modo più semplice e meno costoso l’immigrazione basterebbe che il governo sospendesse l’adesione dell’Italia al trattato di Schengen e ripristinasse le norme che chiudono i confini agli stranieri, anche se appartenenti alla comunità europea. Proprio oggi Prodi sbandiera come un atto di forza, deciso in seguito al terribile episodio della signora aggredita e ridotta in fin di vita a Roma da un romeno, avere autorizzato i prefetti ad allontanare dal territorio gli stranieri pericolosi. Decisioni ridicole! Costosissime ed inutili!
Per quanto riguarda l’immigrazione da paesi dell’Africa e del Medio Oriente, ci dobbiamo convincere che il nostro farli giungere in Italia non è un atto di bontà o di compassione, ma piuttosto complicità nelle loro sofferenze. Noi possiamo aiutarli soltanto se rimarranno nella loro patria (i motivi di questa affermazione li ho già esposti molte volte e rinvio i lettori, perciò, agli articoli presenti nel sito su questo argomento e ai libri “Omaggio agli Italiani" e “Il mulino di Ofelia”). Comunque, questi motivi possono essere riassunti in uno solo: la religione islamica tiene lontani i maschi dal lavoro della terra e questa è la causa fondamentale della loro povertà. Noi, come ho detto, siamo complici delle loro sofferenze proprio perché ubbidiamo ai politici d’Europa che hanno proibito qualsiasi giudizio sulle religioni e in particolar modo sull’islamismo.
In ogni caso una cosa deve essere ben chiara: senza fermare immediatamente l’invasione del nostro territorio da parte degli stranieri, quale che sia la loro provenienza, l’Italia, la sua indipendenza, la sua civiltà, sono perdute.So bene che molti di coloro che mi leggono, e anche alcuni di quelli che mi scrivono, pensano che saremmo più forti se lavorassimo insieme agli altri paesi d’Europa. Non posso ricominciare a spiegare in questo breve articolo il fatto che viceversa l’unione europea è stata voluta dai governanti proprio per distruggere l’Europa, l’indipendenza dei suoi Stati e l’occupazione del territorio da parte dei musulmani. Se non volete credere a quello che dico e che scrivo da tanti anni, vi prego di guardare ai fatti: ci troviamo come ci troviamo da quando si è incominciato a mettere in atto il trattato di Maastricht, ossia dall’attuazione della moneta unica, e in quel trattato c’è scritto appunto che le differenze fra le Nazioni non debbono più esistere, i confini non debbono più esistere, le lingue non debbono più esistere; e che la guida politica dell’Europa è assunta dagli economisti e dalla Banca Centrale, residente a Francoforte, testimone e suddita del primato tedesco.
L’unione europea è un progetto di distruzione dell’Europa, non di costruzione. Ammesso che all’inizio qualcuno dei governanti fosse in buona fede, si trattava comunque di una persona, come spesso accade a coloro che sono forniti di troppo potere, che fantasticava dietro ad un progetto allucinatorio, dettato dall’ignoranza e dalla presunzione. Distruggere le culture significa distruggere i popoli. Infatti la nostra società è ormai una società patologica, priva di una meta, priva di logica e di buon senso.
Dunque noi potremo salvarci soltanto se agiremo subito, pensando esclusivamente agli interessi dell’Italia, sapendo che in questo modo agiamo anche nell’interesse di ogni singolo popolo, perché soltanto con un proprio territorio, con la propria lingua, con i propri costumi, con la propria religione, con la propria sensibilità e intelligenza, un popolo può essere e mantenersi “Popolo”. Se qualcuno, in Europa, vorrà imitarci, lo farà e ce ne sarà grato. Noi, però, dobbiamo cominciare da soli, senza aspettare l’aiuto di nessuno.

Vengo alle questioni pratiche. Mi si chiede di formare un partito o un movimento per la salvezza della civiltà italiana. Questo è esattamente il compito che si è prefisso, fin dall’inizio, l’associazione degli Italiani Liberi. Io ho fatto molti tentativi e ormai so, con assoluta certezza, che occorrono molti soldi e molta organizzazione. Cose che io non possiedo e che, almeno finora, nessuno mi ha offerto. Ho scritto migliaia di pagine: sono stanca anche di scrivere sempre le stesse cose.
Dunque lascio la parola ai lettori. Cosa propongono di concreto? E per concreto intendo: persone, organizzazioni, denaro. Io posso garantire una cosa sola: che sotto i miei occhi nessuno ruberà. (Italiani Liberi)

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